Palazzo Cavalcabò

Ultima modifica 22 maggio 2019

Questa dimora e' ricordata agli albori del XV secolo come dimora dei marchesi Cavalcabo', signori di Viadana. Corrado Cavalcabo' fu investito della signoria di Viadana con un Diploma datato 30 luglio 1158 dall'Imperatore Federico I. Uno dei primi documenti che parla dei Cavalcabo' riguarda la donazione fatta da Corrado al Monastero di S. Maria di Chiaravalle del Carretto, anno 1136, di tutto cio' che possedeva nel predetto luogo. La signoria di Viadana viene tolta ai Cavalcabo' dai Gonzaga verso il 1415; si giunge ad una transazione in cui i signori di Mantova si impegnano a versare, ai Cavalcabo', 7000 ducati d'oro da pagarsi in rate di 400 ducati l'anno, come risarcimento dei terreni usurpati. Debito onorato dai Gonzaga solo in minima parte. Agostino IV Cavalcabo', nato a Spineda il 17 agosto 1716, fu giureconsulto patrizio di Cremona e Regio delegato dalle poste di questa citta'. Fu costui che inizio' l'ampliamento della dimora dandole la forma attuale (1790 circa), dotandola nel retro di un recinto detto brolo, con frutti, pergolati e ortaggi trasformato successivamente in parco (1848). La di lui moglie, donna Teopista Annoni, ne continuo' l'opera alla sua morte (1796) innalzando l'arco d'ingresso su disegno dell'architetto Luigi Voghera. E' giusto ricordare che Agostino VI, nato a Cremona nel 1893, combatte' la prima guerra mondiale col grado di Capitano e che venne insignito di due medaglie di bronzo al valor militare. Il fratello Alessandro, nato a Spineda nel 1896, cadde sul campo Nova Vas nel 1917 e alla sua memoria fu decretata la medaglia d'argento al valore militare. Nel 1957 ad Agostino VI fu conferita la medaglia d'argento per i benemeriti della cultura e dell'arte. Morì a Cremona il 12 marzo 1960.