Matilde di Canossa

Ultima modifica 29 febbraio 2024

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Patrimonio culturale

La cascina Matilde, acquisita dal comune e ristritturata, è una delle tracce lasciate sul territorio spinedese dalla Dinastia. La tradizione narra che nel bosco di Spineda ha trovato la morte nell’anno 1052 il padre di Matilde di Canossa Bonifacio degli Attoni colpito a tradimento da Scarpetta da Parma. Per favorire il turismo, e creare aree di riposo, è stata creata un’apposita area camper. La Storia: La piu recente e approfondita ricerca storica ha tolto a Matilde di Canossa l'aureola della santità (che la Chiesa, per altro, non le aveva mai nÈ conferita nÈ riconosciuta), l'ha liberata dell'alone secolare del mito, per restituircela nella sua autentica e tormentata umanità: le rimane però (perché la poesia è un vero eterno) il simbolo dantesco della vita attiva, della ragione illuminata ai vertici delle possibilità umane: la piu grande donna del medio evo. Matilde di Canossa nasce nel 1046, orfana ancora bambina del grande e terribile Bonifacio, eredita dal padre e, in seguito, dal secondo marito della madre, Goffedo di Lorena, le ricchezze ed i feudi che comprendevano mezza Italia oltre i domini di Lorena, con la piena consapevolezza dei suoi diritti e della sua potenza. Dalla madre, Beatrice, e dal precettore, S. Anselmo di Lucca, trae una profonda religiosità che non è in contrasto con un virile addestramento guerresco e con la pratica di governo, cui si dedica fin dai primi anni. Quando la lotta per le investiture si inasprisce, con il grande Ildebrando di Soana, la sua parteè decisa, a fianco del Papa, per le antiche ragioni poliche dei Canossa e, soprattutto, per le sue personali convinzioni, nonostante il sottile legame affettivo ( al dire degli storici, tedeschi specialmente) che la legava al cugino Enrico IV; alla corte del quale aveva trascorso con la madre alcuni anni della sua adolescenza. Supera con segreto tormento le vicende dell'infelice matrimonio con il fratellastro Goffredo il Gobbo, e il dolore per la morte della madre e, sola, libera da legami familiari, si getta nella lotta, che è ormai guerra guerreggiata. Ildebrando, ora Papa Gregorio VII, si rifugia a Canossa (1077), e qui ha luogo lo storico incontro, del quale Matilde fu certo mediatrice. La reazione violenta di Enrico IV, dopo Canossa, con una guerra spietata, pluridecennale, vide i feudi canossani invasi e devastati e la stessa Matilde, privata di beni e di potere, messa al bando dell'impero. Matilde però, con le poche residue forse fedeli, resistette nelle sue rocche appenniniche, sconfisse piu volte le forse imperiali in sanguinosi agguati, e potè continuare nella sua opera di appoggio alla chiesa, di difesa dei suoi domini, di fondazione di opere benefiche, di concessione di autonomie alle città ancora fedeli, dove sorsero i primi comuni. Sono di questi anni i suoi incontri e lo scambio di lettere con S.Anselmo d'Aosta, il piu grande filosofo del Medio Evo, l'istituzione con Irnerio, della scuola giuridica di Bologna, l'apertura di strade, la costruzione di ospizi e delle tante pievi, dove un'arte semplice e spontanea precede o riflette gli splendori del romanico. Accoglie pincipi, santi e ponteficia Canossa, a Bianello e a Carpineti. A Guastalla ospita due Concili nel 1096 e nel 1106. Canossa e la terra reggiana, nella seconda metà del 1000, erano l'Italia; al dire di Donizone, una nuova Roma! Alla morte di Enrico IV sembra che la sua azione perda di vigore e invece raggiunge, forse, il massimo di consapevolezza e di efficacia. Nel 1111 Enrico V, succeduto al padre, scende a Roma per farsi incoronare: Matilde, ormai candida di anni e di pensieri, non si muove da Bianello; manda il fido Arduino della Palude a Roma a seguire e, forse, a mediare i contrasti fra il papa e il giovane imperatore, contrasti che si risolvono pacificamente con l'incoronazione: Matilde era ormai convinta della inutilità della guerra. Enrico V, al ritorno, si ferma a Bianello: vi si intrattiene per tre giorni, parlando con Matilde in tedesco e chiamandola ripetutamente con il dolce nome di madre (Donizone).Alla partenza la proclama vice-regina d'Italia. E' l'incontro che si celebra ogni anno a Quattro Castella, ai piedi di Bianello: ed è giusto e doveroso, perché fu un incontro di pace e premessa di pace. Infatti Enrico V, assicuratosi l'amicizia di Matilde, la piu potente feudataria italiana, potè poi continuare in Germania, fra alterne vicende di lotte e di accordi, l'opera che porterà, dieci anni dopo, alla fine della lotta per le investiture con il concordato di Worms. Il concordato di Worms però ha le sue vere radici nell'incontro di Bianello. Dopo Bianello i pochi anni di vita di Matilde (morirà nel 1115) sono un sereno tramonto nella consapevolezza, davanti a Dio ed agli uomini, di una grande missione compiuta. Di questa missione a noi restano: l'esempio di una fede incrollabile nei piu alti valori della vita, e il coraggio in una lotta con tutte le forze e tutti i rischi per realizzarli; la visione e l'inizio di un mondo nuovo in cui religione, cultura, arte, diritto e piu libere forme di vita assicurarono un progresso di cui anche noi, e ancor oggi, le siamo debitori.


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